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sabato 21 maggio 2016

Educare .. indottrinare ...

Conoscete il termine "pedagogia nera"? Io l'ho scoperto seguendo gli studi e gli scritti di Alice Miller e poi, trovando questo libro che si chiama "Pedagogia nera. Fonti storiche dell'educazione civile", di K. Rutschky. Sembra lontano anni luce da noi, dal nostro secolo apparentemente "illuminato" quando parliamo di pedagogia e di bambini..dove si studia ogni minimo aspetto legato alla libertà espressiva del bambino, al suo benessere psico-fisico, al suo mondo interiore... Eppure..la pedagogia nera non è così estranea ai giorni nostri, si insinua in un certo modo di "inculcare" travestito da educare, mascherato da scelte giuste e sensate: "Lo faccio per il bambino. Deve capire, deve imparare..." Certo, "pedagogia nera" è un concetto forte, estremo, riguarda essenzialmente "violenze fisiche e psicologiche", ma in molti casi (in famiglia e a scuola) si segue questa sottile e torbida scia di abuso di potere, che mette l'adulto in una posizione dominante carica di negatività che il bambino può solo subire. Mi torna in mente il rito, al quale ho assistito un paio d'anni fa, delle "bocche cucite": l'insegnante che, urlando, ha simulato insieme ai bambini di 3-5 anni di cucire le bocche con ago e filo, "bucando" il labbro.. un'immagine di una violenza estrema. Non è forse pedagogia nera questa? O mandare un bambino a letto senza cena, o chiuderlo in camera come castigo... 
Sono azioni educative che mirano a cosa se non ad ottenere un clima di terrore e un' obbedienza forzata? C'è tanto da riflettere... questo libro mi sta aiutanto a farlo, in merito ad un tema così complesso e delicato. Non è un caso che abbia messo come sfondo, nella foto, un libro che ho trovato casualmente in un mercatino dell' usato: è un libro per bambini, del 1960, una specie di piccolo manuale di pedagogia, con suggerimenti e consigli pratici. E' innocuo, non c'è niente di violento ma i concetti espressi lasciano uno spazio aperto a considerazioni profonde: nel 1960 al bambino (maschio) viene detto di decidere i giochi da scegliere, lui si può trasformare in quello che vuole, è il "mago", e può aggiustare insieme al papà le cose meccaniche, alla bambina (femmina) viene spiegato come si usa l'aspiravolvere, il sapone per il bucato o come si apparecchia la tavola.. Maschietti e femminucce hanno ovviamente ruoli diversi!!!!! Ad entrambi viene detto di essere educati, imparare le buone maniere, fare le cose con volontà. E' un libro di altri tempi.. ma certi stereotipi, certi modi di considerare i bambini sono ancora forti e presenti.. E forse tutto, con modalità diverse, fa parte di un unico grande tema legato alla pedagogia nera, che andrebbe indagato con maggiore impegno e serietà, per liberare i bambini da ogni tipo di violenza e di ignoranza.

www.teatroingioco.it

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