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lunedì 23 febbraio 2015

LIBERTA' e CONTENIMENTO: trovare sempre il giusto equilibrio

..nel gioco del teatro, ma soprattutto, nel gioco della vita. Ed è la cosa più difficile, trovare quella giusta misura che non soffochi mai l'individualità del bambino, la sua energia creativa e, nello stesso tempo, educare anche al rispetto, alla regola. Perchè essere liberi di dire, creare, manifestare idee e pensieri non significa fare "quello mi pare". Il gioco del teatro è una buona palestra per questo: lascia ad ognuno libertà espressiva nel rispetto di regole comuni. 
Oggi torno a casa, dopo diversi incontri a scuola con i bambini dai 3 ai 6 anni, più stanca del solito. Quasi sempre negli incontri si crea un clima magico, fatto di un'attenzione totale: un'alchimia in cui si mescolano stupore, risate, sguardi complici, voglia di giocare, fare, ascoltare. Insomma, generalmente, quando c'è da fare si fa, tutti insieme, quando c'è da ascoltare si ascolta, tutti insieme. Può capitare però, come oggi, di trovare una classe particolarmente su di giri, va a capire perchè.. certo, ci sono diversi bambini che hanno bisogno di un'attenzione speciale, ma direi che un pò tutti erano contaminati da una strana euforia. C'era il piacere di vederci, di giocare con le fiabe, in un clima più agitato del solito! Mooooolto agitato! Che fare? Ricordarci che il nostro compito è quello di ascoltare, annusare l'aria, accogliere anche questi momenti di caos (un caos comunque creativo perchè tutti partecipavano all'attività ma con un'energia un pò troppo dirompente!) e cercare la strada, la via, la proposta da suggerire per continuare a giocare insieme e in modo creativo senza disperdere il senso del nostro laboratorio. Munari ci direbbe "il caos e la regola". 

In momenti così, l'istinto ti porterebbe ad urlare, a farti prendere dal panico..
invece la soluzione sta nel mantenere la calma, e rovesciare la situazione.. magari iniziando a sussurrare. Nel momento di caos assoluto io e Fabio abbiamo iniziato a raccontare una storia senza voce: si poteva capire cosa stessimo dicendo solo leggendo il labiale e guardando le nostre espressioni, i nostri gesti. Silenzio assoluto. Occhi sbarrati. Tutti a guardare, ascoltare quel linguaggio muto fatto di smorfie e facce un pò buffe. Silenzio e risate. E siamo ripartiti da lì, ricostruendo una nuova strada. Abbiamo "osato" inserire anche un gioco con il paracadute..per far danzare e saltare sulla stoffa il nostro personaggio Giacomone, e i bambini sono riusciti a svolgere questa attività così dinamica senza problemi. Certo, abbiamo anche inserito una regola per questa "danza salterina di Giacomone" e i bambini l'hanno rispettata, giocando liberamente, divertendosi, ma consapevoli dell'esistenza di un contenimento. Credo che il segreto sia questo: essere flessibili, sicuri del proprio percorso ma anche disposti a metterlo in discussione in funzione del momento. 

E ricordarsi che il bambino perfetto non esiste: è solo una proiezione ideale dell'adulto, quel bambino che si dovrebbe comportare come "piace all'adulto": fermo, silenzioso, accondiscendente, sempre pronto a seguire le nostre indicazioni. Il bambino invece asseconda il suo istinto di muoversi, a volte di urlare, di interromperci, di mettersi al centro dell'attenzione.. sta a noi capire, rispettare ed educare al rispetto ma non reprimendo.
Troppo "semplice" - e a mio avviso sbagliato- urlare, punire, soffocare. Io dico si ad un sano contenimento, alla regola giusta da rispettare ricordando sempre che i bambini sono tutti diversi, unici, e che il "bambino perfetto"  non esiste. Fortunatamente.
www.teatroingioco.it

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