Cerca nel blog

domenica 15 giugno 2014

E che sia sempre a misura di bambino!

"Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca. E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli."       
                                                                                                              J. Korczak

Che cosa si aspetta l'adulto dal bambino? Ci abbiamo riflettuto profondamente? Cosa si aspettano genitori, nonni, insegnanti, educatori? Che sia il più bravo, il più tranquillo, il più attento, il più obbediente, il più capace..Non sempre, fortunatamente. A volte (non me la sento di dire spesso, almeno in base alle mie esperienze dirette) l'adulto si aspetta semplicemente che il bambino sia un bambino: con risorse, difficoltà, emozioni da rispettare e comprendere, necessità e bisogni da accogliere. Oggi mi sembra che la società sia sempre meno strutturata a misura di bambino. Ci sono tantissimi spazi e attività dedicate all'infanzia ma dove spesso si perde di vista (e si nega) il senso stesso dell'infanzia.
Potrei allargare l'argomento ma ora torno a considerare soprattutto il mio campo professionale, il settore teatrale. C'è un pullulare di scuole di teatro per piccoli attori. C'è chi parla di " talento" già al nido e alla materna.. C'è un modo di fare teatro che indottrina, considera i bambini come piccoli replicanti di battute, si affanna per costruire uno spettacolo-vetrina da poter ammirare ed immortalare in un video..e poi? Cosa resta dal punto di vista pedagogico e creativo? Quante ore hanno impiegato quei bambini piccoli per provare e riprovare quella recita, facendo sempre le stesse cose a comando?
Se il teatro è un mezzo, uno strumento per educare, che tipo di percorso espressivo vogliamo proporre ai bambini? Ci piace pensare al linguaggio teatrale come un ulteriore strumento pedagogico per crescere persone libere e dotate di spirito critico oppure ci accontentiamo (e scegliamo) di usare il teatro come spazio formale per confezionare un prodotto finale dove i bambini sembrano robot manovrati?

Lasciamo che i bambini facciano i bambini! Avranno tempo per vivere ansie da prestazione o gestire le competizioni che la vita gli presenterà.  Al nido e nella scuola dell'infanzia si gioca..e giocando si impara, imparando si cresce, ma senza bruciare le tappe. E il teatro è un gioco! Non una gara, non una competizione fra talenti, non un luogo per indottrinare! Ho visto spettacoli realizzati con i bambini di 3, 4 e 5 anni con sottili doppi sensi (che tanto facevano ridere i genitori) o con testi e situazioni totalmente inadeguate all'età dei bambini (scene di violenza ispirate alla mitologia) oltre ad essere di una noia mortale.
Perchè?

Maria Montessori diceva: "Si diventa adulti equilibrati solo se si è stati pienamente bambini". Perchè non ragionarci seriamente? Siamo troppo superficiali per farlo? O troppo succubi del modello sociale basato sull'apparenza? Basta infiocchettare una sala e vestire i bambini con costumi sgargianti e farli recitare per un'ora per essere tutti soddisfatti e contenti? Spero che non sia così, ma a volte ci credo poco.

Io nel mio piccolo porto avanti la mia piccola grande battaglia! E le soddisfazioni che ricevo vedendo i bambini sorridenti, sereni, più creativi e pronti a mettersi in gioco senza timore di essere giudicati sono indescrivibili! Il teatro diventa un luogo di scoperta, di relazioni, di cose da sperimentare..un luogo dove si può anche sbagliare e provare di nuovo. Un anno di laboratorio in una classe diventa un percorso di scambio continuo, di gioco (che è l'attività più "seria" che il bambino conosca) condiviso, un'officina creativa per crescere insieme e senza fretta. E alla fine troviamo il modo, giocoso e divertente, per condividere l'esperienza con i genitori. A volte quando mi contatta qualche insegnante per iniziare un percorso a scuola mi capita di perdere qualche laboratorio quando dico che alla fine non farò la recita. Pazienza. Io continuo così. Con il mio lavoro e il mio pensiero. Continuo a farlo, a dirlo, a condividerlo.

Quest'anno il lavoro con i bambini è quasi giunto alla conclusione mentre continua la formazione per gli adulti con i corsi in programma a giugno e a luglio:

Ci vediamo a Roma il 28 e 29 giugno con il corso Spazio Fiaba Teatro (per fare teatro al nido)
e a Novara il 5 e 6 luglio con il Corso Spazio TeatroGioco (per fare teatro con i bambini della scuola dell'infanzia) per costruire insieme un vocabolario teatrale a misura di bambino.

Poi...  ci rivediamo a settembre, il 13 e 14, a Bari con il Corso Spazio TeatroGioco, mentre ad ottobre riprenderà il Corso Nazionale per operatori teatrali per bambini, a Roma.

Nessun commento:

Posta un commento